Il Sud del mondo non è semplicemente un luogo, una connotazione geografica, ma è un’identità, come quelle di branding che spesso mi diverto a costruire.
Il Sud è nelle mie vene, nelle mie passioni e nella mia attitudine a comunicare con tutti.
Sono cresciuta a Nocera Inferiore, classica provincia italiana, in una famiglia di maschi con il culto del fare. Dall’ingegno imprenditoriale di mio padre e dal profondo legame con questo territorio, negli anni ’80, è nata Nuceria Group, l’azienda di famiglia.

La fabbrica entrava nella quotidianità della mia famiglia e della mia infanzia sotto forma di aneddoti e racconti che suggestionavano il mio immaginario. Ero affascinata da quel dinamismo che, poi, avrebbe definito anche le mie scelte future.

Dopo aver sperimentato diverse strade, i miei passi finirono per portarmi sempre lì, in fabbrica, il luogo dove tutto è cominciato e dove la velocità sembra caos ma solo se non ne senti il ritmo.

Spesso si pensa alle fabbriche come luoghi angusti, scuri, assordanti. Era così anche nel mio immaginario di bambina, ma quando in fabbrica ci sono entrata davvero, per la prima volta, mi si è aperto un mondo. Le fabbriche sono luoghi del fare, del fare bene, del fare in tempo; sono dinamiche frenetiche su sottili equilibri, microcosmi di saperi.

Sono meccanismi complessi, vivi, pulsanti, dove gli ingranaggi meccanici dettano il ritmo sul quale le persone, con i loro talenti ed abilità, costruiscono l’armonia.

Nel corso degli anni ho avuto modo di visitare tante realtà industriali come la mia, aziende illuminate che costituiscono il tessuto imprenditoriale di un Paese. Con mio fratello Guido, ho osservato, imparato, capito. La seconda generazione, in un’impresa di famiglia, ha il dovere di rappresentare il futuro, conservando i valori delle radici e promuovendo novità.

Ho intuito da subito che il business non è un tema di soli conti, di dare e avere, di processi e prodotti. Qualsiasi accordo ha origine dalle relazioni.

Ci vuole empatia per conquistare la fiducia e ottenere la lealtà.

Sono partita da questa convinzione e ho trovato me stessa, l’elemento di cui sono fatta, lo scopo per cui sono nata: la comunicazione e il marketing.

Non solo segmentazioni ed analisi di mercato ma anche newsletter, blog, social media, così come family days e tante tante tante iniziative che ho lanciato nel corso degli anni con un invito a guardare sempre oltre.

Sono infatti una strenua sostenitrice dell’importanza di portare il “bello”, l’arte nelle fabbriche; della necessità di diventare avamposti di ispirazione e sensibilizzazione culturale, magari anche solo mettendo a disposizione una libreria aziendale.

Dal 2018 siamo entrati a far parte di All4Labels e, insieme, siamo diventati il terzo player mondiale nel settore del packaging. In questo nuovo contesto rivesto il ruolo di Head of Marketing e Comunicazione, un palcoscenico decisamente importante per le nuove ambiziose sfide che mi propongo.

Se è vero infatti che non si finisce mai di crescere e di imparare, allora bisogna anche avere il coraggio di sognare ancora più in grande, imparare a vedere opportunità lì dove gli altri vedono ostacoli, costruire ponti dove gli altri sanno fare solo terra bruciata per emergere. Forse è la mia sensibilità di donna che parla, quella che ci rende tanto emotive quanto inarrestabili, perché sulla soglia di questa nuova avventura ho scoperto un mio talento: vedo il talento nelle persone, ne riconosco il potenziale, amo aiutarle ad esprimere il loro valore.

Io ho trovato la mia strada, adesso devo trovare il modo per restituire quanto ho raccolto lungo il percorso: ora è il momento di condividere la mia esperienza.

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