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“La parola Magica” di Paolo Borzacchiello

La parola magica è il primo libro che ho letto durante il primo lock down, a quel tempo mamma era venuta a stare da noi, e io mi sono ritrovata con il lusso di poter dormire sul divano, con un lume acceso, a rifugiarmi dentro i libri.

Quando hai figli piccoli come i miei, la sera ti toccano almeno 5 Peppa Pig, prima di godere di un momento veramente per te.

Perdermi nelle pagine di questo libro è stato un vero lusso. Ma il tema del lusso del tempo per una mamma, merita un altro articolo. Vi prometto che lo scriverò! Adesso torniamo a questo bellissimo libro di Paolo Borzacchiello.

Comunicare o interagire?

Se pensi che sia importante “comunicare” – sostiene Paolo Borzacchiello- inizia a pensare che la cosa importante, invece, è “interagire”.

Gli esseri umani, infatti, non comunicano, INTERAGISCONO.

Immaginate come questo concetto, per me che sono da sempre stata una profonda sostenitrice dell’importanza delle relazioni umane e dell’empatia come chiave dell’accessibilità, ha messo in discussione i miei saperi.

Per chi come me lavora con le parole, con la veicolazione di messaggi aziendali, di marketing, di comunicazione in generale, ha rappresentato un elemento di rottura con le convinzioni pregresse.

Ho iniziato un vero e proprio interrogatorio personale: sono certa di usare le parole con efficacia? Veicolo davvero correttamente il messaggio che voglio venga compreso? Uso bene le parole?

Le parole, anche le più banali, le più semplici, pensiamo davvero di usarle bene?

Dopo tutto l’arte della comunicazione, non è dire parole, ma arrivare al cuore delle persone, convincerle in un certo qual senso a compiere delle scelte a prendere delle decisioni.

A tal proposito consiglio un video molto interrasante dell’ “irriverente” fondatore dell’Universita HCE. Un approfondimento interessante sulla conoscenza del nostro cervello ed i suoi errori cognitivi.

E’ molto interessante, collegare tutto alla nostra vita, al nostro contributo all’interno delle comunità in cui viviamo. Come per me, collegare gli studi sulla neuroscienza al packaging, e comprendere meglio tutte le ripercussioni che impattano sulle scelte del consumatore.

La psicologia comportamentale, oggi ci insegna l’importanza di creare confezioni e imballaggi che risultino non solo “eye-catching”, ma che siano in grado di coinvolgere quanto più possibile anche altri sensi oltre alla vista. Questo è un trend dell’industria dell’imballaggio che va senz’ altro approfondito.

Vi lascio con una bellissima filosofia di vita legata alle persone “dirette”, quelle che non hanno paura di “prendere posizioni” e di lottare per le proprie idee, che mi ha molto entusiasmata di Paolo Borzacchiello che si definisce un innamorato entusiasta del potenziale umano.

“So di non poter cambiare tutto il pianeta Terra, ma so che se uso un certo tipo di linguaggio le persone che sono disposte a mettersi in discussione, ad andare in crisi anche, allora sentiranno il mio richiamo e quindi verranno a me; è una scelta molto precisa”. Paolo Borzacchiello

Il mettersi in discussione è per me esercizio alla flessibilità, a quel atteggiamento mentale che ci consente di superare i limiti che a volte ci precostituiamo nella nostra mente, e che ci blocca minando il confronto con il mondo esterno.

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