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woman x impact Paola Iannone

WOMEN X IMPACT: LA MIA TAPPA GLOBALE CON LA SINDROME DELL’IMPOSTORE

Nella meravigliosa cornice Fico Eataly World di Bologna si è tenuta la prima giornata di un evento unico: il .

130 speakers, 3000 membri, 1500 Ambassador, una forte sinergia tra professionisti, donne e uomini che grazie alle loro storie private e d’azienda si sono incontrati per costruire una nuova leadership femminile.

Fondato da Eleonora Rocca, una delle pioniere degli eventi digitali in Italia, Women X Impact ha l’obiettivo di creare un focus internazionale sulla situazione dell’imprenditoria, dell’innovazione digitale, della sostenibilità e della comunicazione, tutto in chiave femminile.

Alcuni grandi nomi presenti:

Alessandra Princi Sales Manager e Francesca Fraulini People & Performance Lead di The Kraft Heinz Company con il loro intervento “Quello che le donne non dicono negli anni ’20 del 2000”. Ancora Luciano Cantoni Head of Cross Products Ads Solutions di Google, Manuela D’Onofrio Head of Group Investment Strategy di UniCredit SpA con “E se la consulenza finanziaria fosse un mestiere per donne?” e tanti altri che ne hanno fatto parte nella prima giornata, e fino alla fine dell’evento.

Un incredibile viaggio speciale e straordinario nel mondo della trasformazione digitale, innovazione, comunicazione e imprenditoria femminile.
Storie di professioniste e professionisti, che hanno fatto della propria esperienza personale un esempio di crescita e motivazione.
Donne che hanno fatto la differenza e che hanno deciso di raccontarla.
Con grande orgoglio sono stata invitata a salire su quel palco come speaker. Ho provato a raccontare la mia di storia.

La storia di una bambina nata a Nocera Inferiore, un piccolo paesino del Sud Italia che, come ogni periferia del mondo, ti offre una grande possibilità: affrontare la vita con determinazione.

Perché sottolineo il sud. Qualsiasi sud del mondo è sempre distante da… da un centro più grande, dall’università, dalle grandi aziende, dai clienti più grandi. Il sud è sempre l’essere distante da qualcosa, che forse è più grande e importante di noi.

Questo è quello che ho portato sul palco, la mia verità, la storia di una donna, poi, che con quella determinazione unita a coraggio di chi nasce al sud, sogna in grande. Fino al giorno in cui ho avuto l’onore di essere chiamata a rappresentare un Brand Globale All4Labels, il terzo player al mondo nel settore del Packaging. È proprio questo che sul palco di Woman X Impact ho provato a raccontare. Quello che provo ogni giorno nel farlo.

Ognuno, che come me rappresenta un’azienda globale ha la responsabilità di aprirsi alla società, alle comunità in cui si opera, per condividere informazioni, per essere da connettore sociale ed esperienziale.

Ma il più importante regalo che mi sono fatta ed ho fatto al palco di Woman X Impact, è stato aprirmi fino alle mie debolezze raccontando della mia personale prima sconfitta e poi vittoria sulla “Sindrome dell’impostore”.

Cos’è la sindrome dell’impostore?

Ti sei mai posto questa domanda “cosa ci faccio qui?”, hai mai pensato “non è il mio posto” oppure “non posso farcela e prima o poi lo scopriranno tutti”. Tutto ciò rappresenta un conflitto tra la tua percezione personale e il modo in cui gli altri ti percepiscono. Anche se gli altri lodano il tuo talento, non credi di averli guadagnati per i tuoi meriti e temi che gli altri alla fine realizzeranno la stessa cosa.

A tal proposito rimando alla Harvard Business Review che una volta ha definito la “sindrome dell’impostore” come “un insieme di sentimenti di inadeguatezza che persistono nonostante il successo evidente. Gli “impostori” soffrono di dubbi cronici e di un senso di frode intellettuale che annulla qualsiasi sensazione di successo o prova esterna evidente della loro competenza.

 

Secondo un sondaggio di KPMG, il 75% delle donne dirigenti ha sperimentato la sindrome dell’impostore in alcuni momenti della loro carriera, mentre l’85% crede che la sindrome dell’impostore sia comunemente vissuta dalle donne nel mondo aziendale, in particolare dalle donne di colore.

Insomma, le donne non sono brave a difendere sé stesse e spesso corrono il rischio di non sentirsi abbastanza brave o meritevoli.

E proprio questo mi è capitato: “una sera di due anni fa, quando, durante una cena avrei dovuto presentare un importante progetto di Marketing e Comunicazione ai miei grandi capi in Azienda. La sindrome mi ha presa, portandomi al panico ed ho mollato. Non ho partecipato a quella cena e non ho presentato il mio progetto. La verità è che avevo appena minato le mie performance. Ho impiegato due mesi per recuperare la fiducia in me stessa e rimettermi lungo il cammino con la strategia di branding che avevo immaginato.”

Ci sono voluti molti messi per capire che io non dovevo essere “brava” come tanti altri, ma “brava a modo mio”. E ho capito che dovevo bilanciare meglio le mie emozioni per avere agilità. Perché non si è soli, mai. Bisogna parlarne, è necessario fare squadra perché se si è insieme si è più forti. In questo modo il “panico”, quando arriverà, si potrà riconoscere e arginare facendo leva sulle proprie emozioni, sulla propria” agilità emotiva” e sull’ apporto e supporto che chi ci circonda che sia la tua famiglia biologica o di “fabbrica” può darti.

Possiamo raggiungere quel traguardo. Come?

Seguendo due semplici regole:

“Sorridi” e “Ricordati di volerti bene”.

Paola Iannone

Guarda il mio speech sul palco di Woman X Impact

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