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Persone con uno scopo prosperano

Europack Summit 2019 Report – 2-3 Sep. Montreux

Ci sono storie che hanno un click, e la mia è iniziata a Montreux, sede dell’ Europack Summit; un forum con l’obiettivo di convogliare tutti i principali attori della filiera, utilizzatori e converter del settore packaging per definire le strategie da mettere in piedi per affrontare le future sfide che ci aspettano in tema di sostenibiltà.

L’evento, destinato ad un elite di interlocutori, ha favorito uno scambio costruttivo su tante tematiche rivelando, ancora una volta, la primaria esigenza di ripensare a costruire la nostra industria con una parola a me cara: la responsabilità.

Quanto siamo responsabili verso il nostro pianeta?

Lo sapevate che il nostro paese ogni anno riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici e produce 4 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui l’80% proviene dall’industria degli imballaggi?

Durante le due giornate sono stati snocciolati, con assoluta preoccupazione, dati sul livello di inquinamento, evitabili ma solo attraverso una conoscenza approfondita di questi.

Volker Kuhn, VP Fabric Care Europe PG, durante il suo interessante intervento, ha rivelato che vengono gettate in mare ogni minuto 33.800 bottigliette di plastica. 

Dati noti perchè molto divulgati ma, che ascoltati di persona, da un manager che si prende il tempo di sottolineare con le pause giuste, che lui, come te, è preoccupato per i suoi figli, ha fatto scattare il mio click.

Le dimensioni del problema sono enormi! 

Quali responsabilità ambientali accomunano un manager ad un genitore? 

Li seduta in platea, continuavo a pensare: come si fa a conciliare l’urgenza di avvalersi dei propri saperi, ognuno per le competenze del proprio business, e preservare il pianeta per le future generazioni?

Solo qualche mese fa, nell’ambito del nostro primo Corporate Social Responsability, dichiarai la mia personalissima aspirazione:

“Essere una giovane madre all’interno di una grande azienda in crescita mi permette di operare attivamente per la realizzazione di un futuro all’altezza dei nostri sogni, di ciò che siamo, ma soprattutto di ciò che possiamo realizzare”.

All’improvviso, come un interruttore che propaga l’attivazione della luce, ho capito che l’unica via di uscita poteva essere solo l’educazione: una delle variabili fondamentali che ha portato alla decisione di collaborare con la Ellen Mac Arthur Foundation, supporter di un lavoro encomiabile per lo sviluppo di un economia circolare.

Il nostro supporto alla missione della fondazione nasce dalla comunanza dell’approccio “disruptive”, perché pensiamo in maniera non “lineare”, e dal convincimento che solo attraverso l’educazione e il continuo training sia possibile il cambiamento.

Quanto è determinante il fattore umano per un’economia circolare?

In meno di un anno dalla sua produzione, oltre la metà dei prodotti in plastica finisce nella spazzatura .

Inoltre, molto spesso gli utilizzatori non suddividono i rifiuti in modo corretto, danneggiando così il sistema di riciclaggio, che risulta eccessivamente costoso e poco efficiente.

Se è vero che è determinante il contributo dell’uomo per attivare modalità virtuose di riuso, e che certamente la plastica non ha nè piedi e nè ali, quanto è determinante il fattore umano e di conseguenza investire nell’educazione?

Ellen Mac Arthur Foundation lavora con le principali istituzioni mondiali per sviluppare, condividere, e promuovere programmi di apprendimento sull’economia circolare.

Tutto questo lo dobbiamo fare insieme anche noi, sia con i grandi, che con i più piccoli, con i nostri figli.

La conversione del 20% degli imballaggi in plastica in modelli di riutilizzo rappresenta un’opportunità commerciale di 10 miliardi di dollari e rappresenta un elemento cruciale nella ricerca di eliminare i rifiuti di plastica e l’inquinamento. Tutto questo va stimolato attivando modelli di reuse – rethink packaging che partono da corsi di formazioni sul design aziendale che abbiamo già attivato mensilmente nel nostro team.

Illuminante, infatti, durante la due giorni a Montreux, è stato un game di teambuilding, strutturato sulla sfida di ricostruire un nuovo pack funzionale con 3 tipi di materiali di scarto diversi.

Ci siamo riusciti e con idee diverse!

Torno col desiderio di lanciare, entro i prossimi mesi, la stessa challenge al team dei nostri super ingegneri per valutare la nostra creatività.

Esiste una soluzione?

Sono sempre stata convinta dell’importanza di portare i nostri figli, quelli di tutto il nostro team, all’interno della nostra azienda per insegnare loro l’importanza del “sapere” come motore di crescita.

Un obiettivo portato a termine e che si è dimostrato un’esperienza assolutamente positiva; l’occasione che ha confermato la predisposizione dei bambini all’apprendimento del “fare”.

Rinnovo con curiosità la promessa di organizzare un nuovo family day.

Sono dunque felice di lanciare due training sull’economia circolare, che organizzeremo nel mese di Novembre nel nostro plant di Salerno, e nel mese di Dicembre a Milano con il nostro team.
Con l’occasione apriremo le porte dei nostri plant anche ai nostri bambini per costruire insieme laboratori genitore/figlio che aumentino la sensibilità verso il rispetto ambientale attraverso la condivisone di buone pratiche di riciclo.

Attraverso il gioco, insieme a loro, coglieremo l’opportunità di riscoprire il valore profondo del nostro essere “umani”.

Essere dei buoni manager oggi significa aiutare le persone a scoprire il vero significato profondo che muove le loro azioni.

Aziende con uno scopo durano, brand con uno scopo crescono, persone con uno scopo prosperano.

Nell’era della 4° rivoluzione industriale, dove il mondo sta vivendo cambiamenti senza precedenti, essere umani è assolutamente necessario per avere successo.

Paola Iannone – Direttore Marketing Nuceria Group

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