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Stai Zitta di Michela Murgia

Ultimamente dovunque io mi giro, trovo qualche titolo sul femminismo.

Questa parola non mi è mai piaciuta, la ho sempre trovata ancorata agli anni 1970,

poi ho sentito una diretta Instagram di Michela Murgia, tra l’altro su un profilo IG @Liberiamo che vi stra consiglio, e ho sentito come un pugno allo stomaco.

Quella sono io!

I toni della Murgia sono i suoi, e possono o meno essere i nostri, ma i contenuti o meglio i messaggio, quelli si che sono i nostri.

Intanto i Toni, quante volte vi siete sentite dire “Hai ragione, ma sbagli i toni!” La mia voce è particolarmente squillante, e me lo sento dire dalla scuola, non urlare, come se poi il timbro della voce sia qualcosa che si sceglie in dotazione.

In realtà ho scoperto che questa affermazione si chiama “Tone policing” ( farti la lezioncina sui toni ) che serve a spostare l’attenzione dalla sostanza alla forma, togliendo forza alla materia del contrasto. Essendo una forma di paternalismo il tone policing è usatissimo contro le donne, ed il sottinteso è evidente “Protesta gentilmente e silenzionsamente, cosi posso continuare a ignorarti”.

 Brava e pure mamma!”

Ho sempre pensato che le donne avessero spiccata attitudine per le soft skills, e me ne vantavo pure. Poi ho letto nel libro “ L’ossessione della mammizzazione delle donne che arrivano all’apice è parossistica nei media italiani”.

Evidenziare che in un ruolo di potere è arrivata una mamma ha un valore particolare, rassicura tutti, perché mantiene la prevalente attitudine alla cura che la estenderà a tutto il suo agire, anche quello nei luoghi di lavoro. Gli uomini sono essere razionali, le donne relazionali è un assunto che può essere anche vero, ma è assolutamente limitante. Non trovate?

“Sei una donna con le palle”

Quante volte anche io mi sono compiaciuta di ricevere questo complimento, povera stupida.

Anche questo è un pregiudizio. Che sia la mascolinità il parametro per definire l’eccellenza è cosi diffuso che molte donne pensano che la soluzione per non essere sottovalutate sia quella di comportarsi come farebbe un uomo. Quindi la prossima volta, non vi compiacete, c’è poco da sorridere. Non sono complimenti, sono solo certificazioni che in un sistema che rispetta solo quello che teme, per farcela davvero bisogna rassegnarsi a fare paura, come una guerriera. 

Adesso ti spiego

Il “mansplaining” francamente mi era ignoto, forse ora ricorderò meglio il “minchiarimento” coniato dalla Murgia. Il paternalismo, esercitato da un uomo durante una riunione con una donna, nella fattispecie di una semplificazione accondiscendente, sul presupposto che lui ne sappia più di lei, anche quando ci sarebbero abbastanza elementi per supporre il contrario.

“Posso accettare che tu, in quanto donna, sappia qualcosa, purche’ ti sia chiaro che questo ti venga spiegato da me”.

Spaventi gli uomini

Dalle donne ci si aspetta la gentilezza, la dolcezza, e la capacità di mediazione, la decisione forse. Tutte queste cose, anche la mia fantastica mamma, pronta a supportarmi in tutte le mie scelte di realizzazione professionale, me le ha sempre dette, ricordate, sussurate. Era la sua educazione, mica biasimarla per questo.

La scrittrice Ngozi, in un video diventato virale disse:” Nel nostro mondo, un uomo è sicuro di se,una donna è arrrogante. Un uomo è senza compromessi, una donna è rompicoglioni. Un uomo è assertivo, una donna aggressiva….”.

Quante sono le differenze ingiustificate che vengono attribuite ai medesimi comportamenti?

Sono solo parole

“Sottovalutare i nomi delle cose è l’errore peggiore di questo nostro tempo, che vive molte tragedie, ma soprattutto vive quella semantica, che è una tragedia etica. La violenza fisica, la differenza di salario, il divario di carico mentale e del lavoro domestico, sono comportamenti quotidiani che rappresentano scelte, scelte per cui vale la pena alzare la propria voce.”

E no, non stiamo esagerando.

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