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Dove lavori è come lavori

It is not Feng Shui

Diceva Einstein, “la creatività è contagiosa: trasmettila!”. Ebbene, abbiamo deciso di diffondere questo virus. Per farlo, siamo partiti dagli spazi che quotidianamente abitiamo insieme ai nostri dipendenti e ai nostri clienti. Il “dove” lavori ha infatti un fortissimo impatto sul “come” lavori, sulle tue abilità e sulla tua produttività. La nostra rivoluzione è iniziata ormai 25 anni fa, grazie all’incontro con l’architetto Raffaele Vitale, che ha ridisegnato e trasformato i nostri plant, nel solco di quella che è sempre stata la nostra convinzione: vivere circondati dal bello, aiuta a vivere e a lavorare meglio. Tutto questo si è trasformato in uno stile che è diventato per noi identità e che riposa su poche chiare caratteristiche: la trasparenza degli spazi, la giusta luce naturale, un pizzico di bellezza e tanto comfort con aree conviviali che contribuiscono a far crescere uno spirito di squadra.

La trasparenza degli spazi

Per Gerd de Ley, la trasparenza è la custode della saggezza. Ecco perché i nostri ambienti di lavoro sono da sempre pieni di vetri, non solo all’interno degli uffici, ma anche nelle aree comprese tra gli uffici e la produzione. Se io sono un manager e sto facendo un meeting con un cliente, è bello che i nostri stampatori sappiano che il frutto del loro lavoro è dedicato a una persona fisica. È fondamentale condividere l’entusiasmo, perché in un’azienda tutto è collegato come se fosse una catena. La trasparenza poi, educa fisiologicamente al mantenimento dell’ordine, in conformità alla cultura Lean che invita a non avere angoli bui. Se tutto è a vista, saremo costretti a fare in modo che tutto abbia un ordine. Potremmo applicare al mondo del lavoro la definizione che Maurizio Cattelan fa dell’Arte: quella vera è trasparente, perché deve saper mettere in moto interpretazioni che appartengono a chi guarda. La nostra trasparenza, infatti, vuole fungere da stimolo continuo per alimentare quel movimento.

La giusta luce

La parola luce mi piace molto, luce è dove c’è genialità, luce e dove c’è chiarezza degli obiettivi, luce è dove c’è predisposizione alla costruzione di un progetto brillante.

“Non guardare se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, guarda quanta luce c’è nel vetro”

questa frase di Fabrizio Caramagna racchiude esattamente la nostra filosofia. La luce accende il nostro cammino, anche in presenza di difficoltà. La giusta luce è però anche un’attenzione al benessere dei nostri collaboratori, a cui dobbiamo destinare la massima attenzione. È scientificamente provato che una scarsa illuminazione durante il lavoro può causare affaticamento degli occhi, affaticamento, mal di testa, stress e incidenti.

Il Bello

Molto spesso, chi entra in uno dei nostri plant, ci dice: “Wow! Nn sembra un ufficio, ma una casa…” Chi ha creato questa rigida categoria tra i due spazi, non ci conosce. Per la nostra cultura, noi viviamo l’azienda come una casa, ed è per questo che nel plant di Salerno è nata anche Casa Nuceria. Qui sono custodite le nostre opere più belle, figlie di una passione familiare per l’Arte che negli anni ci ha portato a sostenere giovani artisti emergenti e firme prestigiose del territorio. Qui trovano posto mobili che hanno la linea del confort e che sono realizzati con materiali di primissima qualità. Qui c’è la nostra cucina e la nostra cantina. I nostri libri e tasselli della nostra storia, affinché chi viene a trovarci si senta subito “parte di”. Aveva ragione Dostoevskij quando diceva che sarà la bellezza a salvare il mondo? Noi crediamo di sì.

Comfort

Quando abbiamo deciso di installare una cucina nel nostro plant di San Giuliano Milanese, penso che molti abbiamo creduto che stessimo diversificando il nostro business. In realtà stavamo solo esprimendo un nostro modo di essere, strettamente legato alla cultura meridionale che dell’accoglienza ha da sempre fatto il suo punto di forza.

l’accoglienza è per noi cibo, perché il cibo è famiglia e la famiglia è amore.

Quella intuizione, fortemente voluta da Raffaele Vitale, ha rappresentato per noi un momento di svolta, un avviamento ad una dimensione aperta dei nostri spazi, proiettati alla condivisione con la filiera di eventi. Lo chef Antonino Cannavacciuolo ricorda spesso che se si vuol bene a una persona, il modo migliore per dimostrarglielo e preparare una buona cena. Questo calore è quello che ci piace trasmettere.

Il futuro

Noi siamo il futuro, perché abbiamo una capacità di visione che rende libere le idee e concreti i progetti. Noi siamo il futuro perché sappiamo lavorare in rete e siamo consapevoli del fatto che, per farlo, è necessario il rispetto per l’altro e una cultura che non sia fatta solo di nozioni, ma di esperienze sul campo e di continui aggiornamenti. Noi siamo il futuro perché le sfide ci piacciono. Teniamo ben salde le nostre radici, che sono la nostra storia. Ma con lo sguardo sempre rivolto verso l’altrove.

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni” (Eleanor Roosevelt).

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